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Al Vino Lambrusco corrispondono diverse uve che danno vita a prodotti diversi, alcune DOC altre IGT.

Si sente parlare del Vino Lambrusco per la prima volta nella ‘Naturalis Historia’, l’opera di Plinio il Vecchio scritta tra il 23 e il 79 d.C.

“La vitis vinifera le cui foglie, come quelle della vite labrusca, diventano di colore sanguigno prima di cadere”.

La ‘vitis lambrusca’ cresceva in maniera spontanea nelle zone limitrofe ai boschi e nel suo Libro XIV Plinio descrive una serie di conoscenze botaniche relative alla sua epoca.

Tale vite era anche più comunemente conosciuta con il termine ‘uzeline’ o ‘osoline’ perché gli uccelli erano soliti mangiarne le bacche.

 

Il Vino Lambrusco ha dunque una storia antichissima.

 

Oltre a Plinio il Vecchio tanti sono i letterati, come Catone e Virgilio, che nell’epoca romana descrivono nelle loro opere l’esistenza di un vitigno selvatico nel territorio emiliano.

L’origine del nome ‘la brusca’ significa infatti vite selvatica, col tempo addomesticata e associata ad un particolare tipo di vitigno.

Ed oggi rappresenta il vino rosso frizzante più famoso nel mondo e il più venduto in Italia.

Più recentemente, Giosuè Carducci scrive:

 

“Non sa Ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per inaffiare dell’animale caro ad Antonio abate?

E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza…”

 

Tante varietà di Lambrusco

Esistono diversi sottogruppi di Lambruschi, tuttavia il più noto di tutti è sicuramente quello diffuso tra l’Emilia Romagna e la Lombardia.vino-lambrusco

Se ne contano fino a 60 varietà, anche se dal 2001 sono state ufficialmente ridotte a 11.

Il vitigno dà origine a quattro tipologie di vini DOC:

  • Di Sorbara: prende il nome dalla frazione appartenente al comune modenese di Bomporto. È un vino pregiato e vigoroso, dal colore rosso rubino chiaro e dal profumo di violetta. La sua produzione è scarsa, a causa dell’acinellatura, ovvero una anomalia floreale che tende a produrre acini piccolissimi, a volte i grappoli sono davvero ridotti. Viene prodotto nelle varietà rosso spumante, rosato spumante, rosso frizzante e rosato frizzante;
  • Salamino di Santa Croce: originario di Carpi, dalla buona produzione, presenta grappoli compatti, che ricordano appunto dei salami, di colore blu-nerastro. Il vitigno omonimo è caratterizzato da un’ottima produttività. Le uve maturano solitamente nella prima decade di ottobre. Il vino è fresco e molto colorato. Va consumato preferibilmente giovane anche nelle versioni amabile e frizzante;
  • Grasparossa di Castelvetro: originario dell’Emilia, deve il suo nome alla colorazione del raspo quando giunge a maturazione. Il vitigno non è molto produttivo, ma si adatta bene anche ai terreni poveri. La maturazione è abbastanza tardiva. Il Vino prodotto è frizzante, armonioso e aromatico;
  • Di Modena: questo vino viene prodotto in uvaggio. L’85% proviene dai diversi tipi di Lambrusco coltivati in provincia di Modena, l’altro 15% può provenire dalle uve di altri vitigni quali Ancellotta, Malbo Gentile e Fortana.

 

I primi tre Lambruschi sono stati riconosciuti DOC nel 1970. Il Lambrusco di Modena ha atteso il 2009 per tale menzione.

Tutti sono tutelati e valorizzati dal Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi.

Quando si fa riferimento al Lambrusco Modenese, in realtà sono ricompresi questi quattro diversi prodotti.

Un secondo gruppo di Lambruschi lo si trova più a nord, tra il Trentino, il Veneto e la Lombardia e vi fanno parte: il Lambrusco a foglia frastagliata e il Lambrusco a foglia tonda.

Questi vini sono caratterizzati dalla maggiore presenza di tannini e sono più strutturati, inoltre si adattano molto bene all’invecchiamento.

Un’altra varietà la troviamo in Piemonte, il cosiddetto Lambrusco di Alessandria, le cui caratteristiche ricordano più i vini trentini che non quelli emiliani.

Tutte queste varietà di Lambruschi hanno in comune la natura silvestre della vite e alcune caratteristiche proprie degli acini, ovvero l’essere piccoli e per lo più aspri.

Negli anni ’70 il Lambrusco veniva venduto molto all’estero, in particolare negli Stati Uniti rappresentava il 50% dei vini italiani importati.

Negli anni ’90 tuttavia questa espansione conobbe una battuta d’arresto.

In realtà il Lambrusco migliorò qualitativamente ma calò quantitativamente.

Ancora oggi i migliori Lambrusco non vengono esportati e quelli venduti all’estero non sono nemmeno DOC.

 

Caratteristiche e degustazione del Vino Lambrusco

In generale il Lambrusco è un vino molto leggero, piacevole e il suo essere frizzante favorisce la digestione.

Dal sapore dolce e dal colore rubino chiaro.

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La gradazione alcolica minima è del 10% mentre va servito ad una temperatura di 12 gradi, quindi meglio se conservato in frigo.

È un vino che si sposa ovviamente con la ricca cucina emiliana.

Si abbina bene anche con piatti robusti, ad esempio la carne  suina, l’agnello, le salsicce, ma anche con taglieri di formaggi tipici dell’Emilia, come il parmigiano reggiano e il grana padano.

Gli aperitivi e la pasta non lo disdegnano, così come i piatti grassi e aromatici.

Lo si usa anche nella preparazione di alcune pietanze, ad esempio lo zampone e il cotechino o ancora i primi piatti come il risotto al lambrusco e la pasta al lambrusco.

Nella vinoterapia è un ottimo alleato contro gli inestetismi della pelle e per la sua conservazione.

 

Curiosità

Ultimamente si è sentito parlare della creazione di una DOC unica per il Lambrusco, che comprenda Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova.

C’è chi al riguardo sostiene che possa essere uno strumento utile a rilanciare il Lambrusco sui mercati, soprattutto internazionali.

Non tutti sembrano però pensarla in questo modo, per cui sembra davvero difficile che si possa raggiungere una soluzione in breve tempo.

Ciò che invece sembra proseguire con successo è il progetto del Cluster del Lambrusco, che mette insieme le aree di produzione del vino, incluse risorse e potenzialità, in vista anche di una maggiore sostenibilità ambientale.

E se siete amanti del Lambrusco e delle specialità gastronomiche emiliane, non potete mancare al Castello di Formigine, a pochi chilometri da Modena, dove dal 10 al 12 dicembre si terrà una tre giorni dedicata.

Le degustazioni sono organizzate da AIS – Associazione Italiana Sommelier e da ONAV – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino.

Non mancheranno incontri a tema, gastronomici e culturali.

Insomma, da non perdere!

Raccontaci la tua esperienza… Entra in contatto con il Club del Vino

 

 

 

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