Il Governo ha deciso: il liceo del Made in Italy si farà. La novità, annunciata in pompa magna al recente Vinitaly di Verona dalla premier Giorgia Meloni, è prevista in arrivo già a partire dal prossimo anno scolastico, il 2023/2024.

Il nuovo indirizzo è stato creato nell’ambito del disegno di legge approvato dall’Esecutivo in data 31 maggio 2023, che ha come principale obiettivo quello di introdurre disposizioni precise per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy e del nostro territorio più in generale.

Ma cosa studieranno gli alunni che a partire dal prossimo anno vorranno iscriversi a questo indirizzo? La risposta a questa domanda non è così banale e potrebbe ad onor del vero scontentare molti, visto che tra le materie non è inclusa, incredibile ma vero, l’enogastronomia.

Cosa si studia al liceo del Made in Italy? 

A voler essere precisi, il liceo del Made in Italy non sarà un vero e proprio indirizzo inedito, al pari per esempio degli indirizzi Scientifico o Classico: al contrario, si tratterà di una versione aggiornata del già noto liceo delle scienze umane, con un taglio leggermente diverso e aggiornato alle necessità di cui sopra. Nel concreto, dunque, nei primi due anni la struttura del piano didattico rimarrà sostanzialmente invariata, per cambiare solo nel triennio finale con alcune materie caratterizzanti.

Nella primissima bozza di decreto si legge che fra le materie che gli studenti dovranno affrontare ci saranno, ad esempio, “economia e gestione delle imprese del Made in Italy”, “modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare” e ancora “Made in Italy e mercati internazionali”.

La fondazione del nuovo liceo arriva anche di pari passo con uno strumento potenzialmente molto importante, l’istituto “Imprese e competenze”, che dovrebbe teoricamente permettere agli studenti maturandi di avere un primo contatto con il mondo del lavoro prima di completare gli studi, aprendosi così preziose opportunità per il loro futuro fin da subito.

Il decreto, tra le altre cose, prevede anche le celebrazioni di una giornata nazionale del Made in Italy ogni 15 aprile, in occasione della nascita del genio di Leonardo da Vinci, un’evenienza che punta a rendere omaggio alle eccellenze nostrane non solo presso le istituzioni ma anche nelle stesse scuole.

Sulla carta potrebbe non essere un’idea di per sé malvagia, c’è un però. Sì, perché nel piano di studi di questo nuovo istituto non è previsto in alcun modo lo studio del vino e del cibo italiano, vero fiore all’occhiello del nostro Paese.

I ragazzi e le ragazze che decideranno di iscriversi, dunque, non avranno la fortuna di studiare alcuni dei nostri prodotti più preziosi ed apprezzati del mondo, vero simbolo di un Paese che ha fatto delle proprie risorse enogastronomiche un vanto. Nessun corso per diventare sommelier, dunque, né altri studi relativi agli alimenti, alle loro proprietà nutrizionali e/o organolettiche. Sembra insomma, perlomeno ad un primo sguardo, che quanto detto fino a questo punto rimarrà prerogativa degli istituti alberghieri (va detto, tra l’altro, che appare bizzarro che il liceo del Made in Italy non sia stato integrato proprio in queste scuole). I futuri esperti dei prodotti che quotidianamente consumiamo in tavola e che il mondo ci invidia, dunque, emergeranno da altri contesti, non certo da questo. Sembra, piuttosto, che tale Liceo abbia più che altro un taglio economico: sarà dunque più probabile che da una scuola simile usciranno i manager del futuro, esperti più di economia e marketing del prodotto piuttosto che delle sue caratteristiche intrinseche più gustose.

Non ci resta che attendere il prossimo anno scolastico, ad ogni modo, prima di trarre qualunque conclusione. Le premesse non sembrano essere delle migliori, ma lasciamo come sempre ai posteri l’ardua sentenza.

 


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