Vin Brulé - per riscaldarsi l'anima ed il corpo d'inverno

Esperta di internazionalizzazione d'impresa e di Paesi lusofoni. Social media manager e web content. Eclettica, appassionata di viaggi, sempre alla scoperta di nuove esperienze.

Il Vin Brulé è una bevanda calda (brulé significa appunto bruciato in francese), composta da vino rosso di qualità, corposo, spezie e zucchero, tipica dei Paesi freddi.

Le sue origini sono antichissime e come sempre poco certe.

C’è chi dice che la sua prima ricetta sia da attribuire ai frati perché conoscevano molto bene l’uso delle spezie.

Chi ancora la fa risalire all’Antica Grecia, arrivata poi ai Romani, che le diedero il nome di “conditum paradoxum” una miscela calda di vino, miele e zafferano.

Così Apicio, il primo gastronomo della storia, narra nel suo ricettario, il “De re Coquinaria”, descrivendolo come un vino scaldato e aromatizzato con spezie, in particolare pepe e dolcificato con miele da servire dopo i pasti come digestivo.

Più tardi nel Medioevo, si era soliti consumare vini speziati freddi, come il più noto ippocrasso.

L’abitudine di bere vino cotto si è diffusa soprattutto tra le popolazioni alpine e appenniniche proprio per riscaldare corpo e anima durante le stagioni gelide.

 

Quando bere vin brulé

Essendo una bevanda calda il periodo migliore è chiaramente l’inverno ed ecco perché è particolarmente diffusa un po’ in tutta Europa e nel Nord America.

 

vin brulé in una tazza pronto da bere

 

Solitamente viene preparata nel periodo dell’Avvento nei Paesi dell’Europa Centrale e distribuito in generale durante le festività del periodo invernale.

Lo ritroviamo molto spesso nei mercatini di natale, durante le sagre paesane, ma anche a Carnevale.

 

In inglese viene chiamato mulled wine, in francese vin chaud, in tedesco gluhwein, mentre nei paesi scandinavi glogg.

Quest’ultima variante prevede l’aggiunta di rhum o vodka, per conferire un grado alcolico maggiore e affrontare meglio il freddo ostile.

Anche se la preparazione rimane pressocchè la stessa si riscontrano delle differenze nei diversi paesi. C’è chi aggiunge zenzero fresco e chi noce moscata, chi dolcifica con il miele e chi con lo zucchero.

 

Anche nella stessa Italia troviamo differenti versioni.

Ad esempio nella città di Faenza è tipico incontrare tale bevanda il 05 gennaio, quando si celebra la Nott de Bisò, ovvero la notte del vin brulé dove il termine bisò sta ad indicare bevi sued è tipicamente preparato con il Sangiovese.

In Veneto, dove è detto vinbrué, è preparato con Chardonnay o con Pinot bianco, aggiungendo cannella, mela e chiodi di garofano. Lo si trova soprattutto durante il pan e vin, ovvero durante i falò di inizio anno, una tradizione tipica dell’Italia nord-orientale che consiste nel bruciare grandi cataste di legno durante i primi giorni di gennaio.

In altre zone di Italia, così come in alcune province tedesche si preferisce l’utilizzo del vino bianco.

Inoltre bere vin brulé fa bene alla salute: grazie alle spezie in esso contenuto si dice che sia corroborante, riscaldante e disinfettante, per questo lo si usa per curare i tipici malanni stagionali come il raffreddore.

I tannini contenuti nel vino svolgono una potente azione antivirale, mentre i chiodi di garofano svolgono una funzione antibatterica. Le scorze di limone sono antisettiche e balsamiche. La noce moscata aiuta il processo digestivo.

Insomma un potentissimo rimedio naturale da non dimenticare.

Ricetta del Vin Brulé

 

 

Vin Brulé in preparazione

 

Perché non provarci in casa?

Soprattutto se pensiamo che quello che troviamo in commercio è molto spesso un vino scadente di pessima qualità ed esageratamente dolce per camuffarne il sapore, possiamo cimentarci in cucina nella preparazione di questa profumatissima bevanda.

Ingredienti:

  • 1 bottiglia di vino rosso da 75 cl. (ad esempio un buon Barbera);
  • 100 gr di zucchero (ma questo può variare a seconda dei propri gusti);
  • Scorza di un limone;
  • Scorza di un’arancia;
  • 2 stecche di cannella;
  • 1 anice stellato;
  • 6 chiodi di garofano;
  • Mezza mela a fette;
  • Un pizzico di noce moscata.

A questo punto serve un pentolone abbastanza grosso per contenere tutti gli ingredienti, ricaldare a fuoco lento fino a che non iniziano a bollire.

Prima di servirlo caldissimo ricordatevi di filtrarlo.

Il Vin Brulé è mediamente alcolico circa 11% – 14%, ma dipende molto dalla preparazione.

Quanto più a lungo viene fatto bollire a fiamma bassa tanto più diminuirà il suo grado alcolico.

Grazie alle spezie il Vin Brulé assume profumi e aromi unici.

E per accompagnarlo?

Niente di meglio che le castagne, o meglio le caldarroste, oppure ottimo anche se servito con un sorbetto di fine pasto.

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Cin-Cin!

 

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