vino del friuli zelen - vino verde

Lettore, scrittore, assaggiatore, sperimentatore. Mi piace leggere, scrivere, parlare di cucina e naturalmente mangiare. Il vino è una parentesi felice. I noiosi degustano, i curiosi bevono, i cercatori riempiono il bicchiere di emozioni.

Cronaca da Livewine Milano, 4 marzo 2018.

Come ogni anno abbiamo rinnovato la tradizionale visita al salone dei vini naturali.

Con un gruppo di amici produttori e consumatori, decidiamo di recarci a Milano, per partecipare alla kermesse del vino biologico e naturale.

Qui non si trovano vini altisonanti, si tratta di un mercato di nicchia. La giornata è uggiosa, come da copione. Nonostante gli impegni istituzionali e cittadini, la folla che si reca all’evento è numerosa.

Cosa ci spinge ? La curiosità, la ricerca, la degustazione di un vino che ci lasci l’orma della novità, che sia introvabile e al tempo stesso persistente. E’ difficile farsi strada tra i produttori, tutti molto competenti e la folla di winelovers.

Nonostante ciò , la nostra attenzione si focalizza su uno stand espositivo, leggermente affollato.

Si tratta di uno stand che viene dal cuore della Valle del Vipacco: siamo in Slovenia, territorio austero, carsico, a pochi chilometri da Gorizia e Trieste, quindi tutto sommato, siamo quasi in Italia.

Il Friuli è una regione straordinariamente attiva dal punto di vista della produzione vitivinicola.

Qualcuno la definisce “la California Slovena”, un territorio di confine, di passaggio, ad alta contaminazione, nel senso che si preannuncia un vino ben fatto, ben strutturato.

 

Ma la sorpresa è tutta nel palato.

Decidiamo di degustare un prodotto particolare, un vitigno bianco autoctono, rigorosamente sconosciuto.

Si chiama “Zelen” che significa verde ma tutte queste informazioni le otteniamo parlando col produttore.

Perché il bello di questa manifestazione è il contatto diretto col vignaiolo, quello che fa il vino non col distributore. Vino verde.

 

In realtà vino dalle straordinarie potenzialità

Molto beverino, delicato, poco tannico, impatto palatale finemente annunciato da quel profumo intenso di mela verde, che richiama a tratti i sentori dello chardonnay.

Quando il vino solletica dolcemente le papille gustative ti rendi conto della piacevolezza, ti sembra di stare disteso in un immenso prato verde. Ti sovvengono le montagne dall’aspetto brullo, il faticare rude degli agricoltori, lo straordinario scenario che si apre sul mare e quell’intenso respiro giovane di un vino verde.

Ti aspetteresti un vino friulano, una ribolla, qualcosa di giallo paglierino ed invece inaspettatamente ti trovi dinanzi ad un vino che respira terra e mare.

Poderoso l’accento minerale anche se non persistente, delicato il riflesso salmastro.

San Martino (che è la traduzione, più o meno di Sveti Martin), è un luogo che si è riempito nei secoli della cultura vitivinicola romana, italiana, straordinaria operosità dei suo vignaioli.

A conclusione non resta che sognare di degustare questo vino in riva al mare, sulla costa italiana, poiché Trieste è molto vicina, magari assaggiando qualche piatto di mare come la “granzievola” (la granseola), sale , pepe, prezzemolo e limone; qualche scampo alla “buzara” ; qualche conocchia grigliata  e servita con un filo di olio EVO.

Ed è subito mare.

 

 

 


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Cin-Cin!

 

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