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Esperta di internazionalizzazione d'impresa e di Paesi lusofoni. Social media manager e web content. Eclettica, appassionata di viaggi, sempre alla scoperta di nuove esperienze.

 

 

Quando pensiamo all’Australia la prima cosa che ci viene in mente sono i canguri, le spiagge bianche, la ricchezza della flora e della fauna che la caratterizzano.

Chi ben conosce il paese penserà anche ad altro: a del buon vino australiano.

Ad oggi vi sono più di due mila produttori di vino e quest’ultimo viene esportato in tutto il mondo.

Come per la Nuova Zelanda, anche la storia del vino australiano è recente e soprattutto il paese è riuscito ad imporsi in maniera efficace con dei vini di qualità, sviluppando rapidamente delle tecniche avanzate di vinificazione.

 

Storia del Vino Australiano

La storia dell’enologia in Australia inizia intorno alla fine del 1700, con l’arrivo dei primi migranti provenienti dall’Europa.

Ma i primi risultati importanti arriveranno solo verso la seconda metà del ‘900.

Si narra che la prima vite piantata in Australia provenisse da Rio de Janeiro e da Capo di Buona Speranza.

In realtà questo tipo di vite non era molto adatto a produrre vino, per cui i primi tentativi furono disastrosi.

Verso la prima metà dell’800 si iniziarono a coltivare viti provenienti dall’Europa e poiché il suolo australiano sembrava essere non infestato dalle tipiche malattie europee, come la filossera, la coltivazione ebbe buoni risultati.

Fino al 1877 anno in cui la filossera arrivò anche in Australia, in particolare a Victoria, ma rimase circoscritta in questo stato e nonostante ciò Victoria rimase lo stato con la maggiore produzione di vino.

Ben presto però iniziò a spuntare un altro stato federato, l’Australia Meridionale, che non avendo subito i danni della filossera, agli inizi del 900, divenne il maggior stato produttore di vino.

 

Zone di produzione

Sono più di 60 le zone vinicole dell’Australia che producono ottimi vini pregiati conosciuti in tutto il mondo, localizzate principalmente lungo la fascia meridionale del paese.

Le vendemmie sono meccanizzate e tutti i processi, come la vinificazione, seguono delle tecniche avanzate e non manca lo spirito di iniziativa e di sperimentazione locale.

Si producono sia bianchi che rossi, anche se i primi in percentuale maggiore e una piccola quota anche di spumanti e fortificati.

Non esistono vitigni autoctoni in Australia, tra i bianchi sicuramente la fa da padrone lo Chardonnay, mentre tra i rossi lo Shiraz (da noi conosciuto come Syrah).

  • South Australia (Australia Meridionale): è la zona più importante del paese e la produttività più significativa. Nella Barossa Valley si coltivano uve da Chardonnay, Sémillon e Riesling, ma è famosa anche per le uve Shiraz, mentre nella zona di Coonawarra troviamo principalmente Cabernet Sauvignon e Shiraz. Altre zone che meritano una visita sono: Adelaide Hills, Eden Valley, Clare Valley. Lo stato è famoso anche perché qui vi si trovano le aziende che producono botti, rigorosamente in legno.

 

  • New South Wales (Nuovo Galles del Sud): si tratta della seconda maggiore zona del paese e l’area più famosa è senza dubbio Hunter Valley, a nord di Sydney. Qui si raccolgono uve Chardonnay e Sémillon. In particolare è da degustare una bottiglia di Sémillon invecchiata 5 o anche 10 anni.
  • Victoria: è la zona più a sud dell’Australia. Qui si producono vini di grande qualità, Chardonnay, Shiraz, Riesling, ma soprattutto Pinot Nero, tanto da sfidare nei concorsi internazionali gli omonimi provenienti dalla Borgogna. La produzione comprende anche degli ottimi spumanti con metodo classico e dei vini da dessert.
  • Tasmania: è un’area vinicola emergente che con il suo clima fresco regala ottimi vini rossi, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero e bianchi eleganti da uve Chardonnay e Riesling.
  • Australia Occidentale: è un’area che si sviluppa intorno alla città di Perth. I vini qui prodotti utilizzano uve Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Pinot Nero ma anche Chenin Blanc.

 

Vini di qualità in Australia

In Australia, a differenza di altri paesi produttori di vino, non esiste una normativa specifica che regoli le attività dei produttori.

In altre parole non vi sono disciplinari paragonabili ai DOC in Italia.

Per le etichette invece la storia cambia.

Le regole ci sono e vanno rispettate e sono racchiuse nel LIP – Label Integrity Programme, regolamentato dall’Australian Wine and Brandy Corporation.

Tali regole includono ad esempio le seguenti disposizioni:

  • se nell’etichetta è riportato il nome dell’uva utilizzata, almeno l’85% del vino dovrà essere fatto con quella stessa uva;
  • se compare il nome della zona di produzione, almeno l’85% del vino dovrà essere prodotto in quella zona;
  • se viene riportato l’anno della vendemmia, almeno il 95% del vino dovrà essere stato prodotto in quell’annata;
  • se il vino viene prodotto con più uve, in etichetta andrà indicato in ordine di quantità e riportata la percentuale esatta sul retro, lo stesso avverrà se si tratta di più zone di produzione.

Secondo Brian Walsh, presidente di Wine Australia:

«Il nostro obiettivo è cambiare la percezione del pubblico, che pensa solo all’Australia dal clima rovente che vende vini di poco prezzo al supermercato. Ora puntiamo a una fascia più alta e a conquistare la ­fiducia dei sommelier e dei consumatori raffinati, con vini sorprendenti che esprimono le zone d’origine».

 

 

Export e futuro del Vino Australiano

L’export australiano cresce ormai da tempo a doppie cifre.

Vengono exportati sia vino imbottigliato che sfuso, oltre a spumanti e mosti.

Gli USA si confermano come principale destinatario del vino australiano.

E se il Regno Unito è altalenante altri mercati sembrano essere altamente attrattivi, come la Cina e Hong Kong.

Anche l’Italia importa discreti quantitativi di vino dall’Australia, a dimostrazione della qualità dei prodotti della terra dei canguri.

I dati per il 2017/18 fanno ben sperare in un’ulteriore crescita.

 

 

Abbinamento vino-cibo

Una bella grigliata di carne, bistecche ma anche carne di canguro o di coccodrillo sposa alla perfezione un bel calice di Shiraz, un rosso intenso e strutturato.

Mentre i piatti a base di crostacei, tipici delle zone costiere, si abbinano a del fresco Chardonnay, ma anche Sémillon.

Se stai pensando ad un viaggio in Australia non puoi non visitare una o più aziende vinicole ed è bene prendere nota che tutte le regioni dedite alla viticoltura organizzano festival annuali con degustazioni di cibo e vino.

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