Vitigni Cileni sulle Ande

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Il Cile presenta un territorio particolare, una lunga e stretta striscia di terra dal clima mediterraneo, dove si coltivano prevalentemente uve internazionali.

Geograficamente il territorio cileno si trova per così dire protetto a nord dal deserto di Atacama, a est dalla Cordigliera delle Ande e a sud dalla distesa antartica, per cui il territorio regala grandi vini dai profumi intensi.

Ed infatti grazie a queste barriere naturali i vitigni cileni sono rimasti immuni dalle terribili malattie quali la filossera e la peronospora.

Vitigni delle Ande Cilene

Storia del Vino Cileno

Il Cile è considerato non solo il paese che produce il miglior vino del Sud America, ma anche uno dei primi paesi dell’emisfero meridionale ad aver iniziato la coltivazione dell’uva da vino.

La coltivazione della vite risale infatti al 1500, ovvero quando lo spagnolo Cortés fece piantare il Pais, in Argentina conosciuto come Criolla.

Si tratta di un’uva a bacca rossa ancora oggi diffusa e che da’ vita a vini ordinari.

Il motivo per cui venne introdotta la vite in Sud America è lo stesso che ritroviamo in Europa.

Il vino è un simbolo fondamentale nella celebrazione eucaristica per cui i padri missionari sentivano la necessità di portare con sé varietà di uva.

È l’area intorno a Santiago la principale da quattro secoli ad oggi per la coltivazione della vite e dove si è concetrata il fulcro della coltivazione.

Dobbiamo aspettare il 1800 e l’immigrazione francese e italiana per avere un vero sviluppo della coltura della vite.

Un primo vero impulso si ebbe con l’indipendenza dalla Spagna e con la contemporanea disgrazia dei produttori di vino europei colpiti dalla filossera, ragion per cui in Cile, immune da questa malattia, si conserva la vite originaria.

È il periodo in cui il Cile accoglie l’esule Carménère, parente del Cabernet per alcuni, simile al Merlot, col quale molto spesso viene confuso per altri, ormai quasi sparito dalla Francia e diventato oggi il principale vitigno cileno.

Il periodo fortunato cileno, che vede l’avvio dell’enologia moderna e l’introduzione delle uve internazionali, termina però quando in Europa si studiano e si adottano misure per combattere i parassiti della vite.

Segue in Cile un periodo di declino che raggiunge il culmine nel 1980 quando vi è l’entrata del governo socialista e si procede con diverse espropriazioni di terre e vigneti.

Vitis Vinifera del Vino Cileno

 

Qualche anno più tardi, grazie a investimenti francesi e statunitensi e all’introduzione di nuove e moderne tecniche di vinificazione, rinasce la viticoltura cilena.

È l’epoca della democrazia e con essa riemerge l’importanza economica e commerciale del vino cileno, impiantando nuovi vitigni e puntando non solo alla quantità, ma soprattutto alla qualità.

Zone di Produzione del Vino Cileno

Il livello qualitativo del vino delCile è aumentato negli ultimi anni tanto da occupare spazio anche sui mercati mondiali, soprattutto grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Il paese è molto esteso, circa 4000 km e le principali zone di coltivazione si trovano tra la latitudine 30° e 40°.

La superficie destinata alla vite è di circa 130 mila ettari, con una produzione che si aggira intorno ai 10 milioni di ettolitri di vino.

I detriti che provengono dalle Ande rendono le zone di coltivazione ricche di minerali per cui i vitigni non necessitano di concimi.

Le valli più importanti si trovano ad un’altitudine compresa tra i 500 e i 1100 metri.

Le zone più famose sono quelle centrali dove si produce dell’ottimo vino di qualità molto simile a quello prodotto nel Bordeaux francese.

Quali sono i migliori Vini Cileni?

Le zone vitivinicole cilene sono:

  1. Aconcagua: al nord di Santiago, prende nome dall’omonimo picco, il più alto delle Ande (circa 7000 metri), vi si distinguono due sottoregioni:
  • Valle de Aconcagua: dal clima più calda, si produce soprattutto Cabernent Sauvignon;
  • Valle de Casablanca: in prossimità dell’oceano Pacifico, dal clima più fresco, zona vocata ai bianchi come il Sauvignon Blanc e lo Chardonnay.
  1. Valle Central: si suddivide in 4 sottoregioni:
  • Maipo: zona più famosa e importante, nonché più antica del paese, vicina alla capitale, dal clima fresco ma più soggetta all’inquinamento. Vi si trovano importanti aziende come Concha y Toro, Santa Rita e Santa Carolina;
  • Rapel: zona in fase di sviluppo, viene coltivato in prevalenza il Merlot;
  • Curicò: la zona presenta un clima più temperato ma con piogge frequenti;
  • Maule: qui vengono coltivati in prevalenza Pais, Merlot, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Caménère.
  1. Provincia di Talca: zona famosa per la produzione di Sauvignon Blanc e Caménère;
  2. Itata: zona meridionale, prende il nome dall’omonimo fiume;
  3. Biò Biò: con la precedente zona delimitano il confine più a sud per la coltivazione della vite. In entrambe vengono coltivati vitigni quali: Riesling, Gewurztraminer, Sauvignon Blanc, Chardonnay, Pinot Nero, Muscatel e Pais, per la produzione di vini di largo consumo.

Qualità del Vino Cileno

Il Cile non ha un sistema di leggi rigide per garantire la qualità del vino così che il consumatore possa fare degli acquisti più consapevoli.

Dal 1994, con il Decreto n°464,  tuttavia è stata introdotta una legge che definisce esattamente le zone di origine e le varietà per produrre vini di qualità.

L’etichetta deve riportare il nome del vitigno e in questo caso il vino deve contenere almeno il 75% di quella varietà, regola applicabile anche nel caso di origine e annata.

Sono state introdotte delle regole per tre tipi di vini speciali cileni:

  • Pisco: distillato cileno, proveniente dalla zona Pisquera, principale DO del Cile, diverso da quello peruviano;
  • Pajarete: vino dolce, prodotto nelle regioni del Nord, ovvero Atacama e Coquimbo. Si utilizzano tre varietà di uve, moscatel de Austria, moscatel de Alejandria e Pais. Dal grado alcolico moderato;
  • Asoleado: vino dolce nobile, uno dei primi vini ad ottenere la DO – Denominazione di Origine.

Export e futuro del vino cileno

Il vino cileno sta attraversando un periodo leggermente magro.

Vino Cileno in Botti

È anche vero che il 2015 è stata l’annata d’eccellenza, la produzione e l’export sono stati da record.

Il 2016 ha registrato una produzione di circa 10 milioni di ettolitri, concentrandosi principalmente nei vini di qualità (quasi l’85% della produzione).

Il principale vitigno a bacca nera, nonostante il calo registrato, resta il Cabernet Sauvignon, mentre quello a bacca bianca è il Sauvignon Blanc.

Il Cile esporta circa il 70% della sua produzione.

Il primo mercato per valore è la Cina, con una quota del 13.5%, per volume però la destinazione principale è il Regno Unito.

Abbinamento vino-cibo

Infine, per concludere, il modo migliore per degustare un buon vino cileno?

Accompagnarlo con la tipica parillada, una grigliata mista di carne che comprende anche le interiora…a chi piace.

I vini cileni sono corposi, dal profumo intenso e ricchi di tannini per cui si sposano bene con pietanze a base di carne.

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